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lunedì 19 ottobre 2015

Intelligenza Musicale , percezione della melodia armonia e tempo

YouTube Joaquín Amenábar workshop musicalità

Intelligenza musicale

DEFINIZIONE: normalmente è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce.
Il cervello di un danzatore viene costantemente stimolato da musica, suoni e ritmi. Spesso la formazione tecnica del ballerino non viene supportata da un’altrettanto valida formazione sulla musica e i suoi principi, tuttavia lo studente di danza trae anche inconsciamente un grande beneficio dalla costante stimolazione musicale.
Un ballerino sviluppa infatti l’abitudine a percepire non solo la melodia, ma anche i diversi ritmi e trasformare quello che sente in movimento, con delle qualità e delle dinamiche precise e riconoscibili. Affinando questa percezione ed elaborazione più o meno spontanea si arriva ad ottenere un movimento che sia una vera e propria trasposizione visiva dello stimolo sonoro, riconoscibile ed emozionante. ( Ecnadance ) 




PER CHI ANCORA , DA VERO EROE NON SI È ADDORMENTATO : 


Il discorso musicale si articola su tre elementi fondamentali: Melodia, Armonia, Ritmo. La Melodia è l’idea musicale, il tema, il motivo della canzonetta, quello che si canticchia quando ci rimane particolarmente impresso nella memoria. L’Armonia è la combinazione delle note che accompagnano e circondano il tema, secondo regole che, nel caso dello stile tradizionale (tonale), hanno precisione matematica. Il Ritmo è la veste temporale attraverso la quale si sviluppa il discorso, essenzialmente riassumibile in velocità, misura e metro; chi ha seguito studi classici ricorderà i metri greci storici, Dattilo, Spondeo, Trocheo e cosí via, individuati dalla quantità e posizione di “brevi” e “lunghe”. Praticamente senza limite è la possibilità di combinazioni tra i tre elementi in esame. 
La Melodia deriva evidentemente dalla ricchezza inventiva dell’autore, con tutte le innumerevoli sfumature possibili: ci limitiamo pertanto alle due categorie fondamentali di “maschile”, cioè decisa, vigorosa, o “femminile”, delicata, leggiadra. Esempio del primo caso la Marcia Trionfale dall’Aida di Verdi; del secondo il Lied di Schumann Die Lotus Blume
Per quanto attiene al secondo elemento, l’Armonia, è qui sufficiente sottolineare la differenza tra modo “maggiore” e “minore” e tra accordi consonanti e dissonanti. Il modo maggiore ha generalmente un carattere vigoroso e deciso, quello minore delicato ed introverso: magnifico esempio del primo caso la Sinfonia da La Gazza Ladra di Rossini, addirittura esuberante; del secondo il Notturno in Mi bemolle di Chopin, malinconico e dolente. Gli accordi consonanti hanno un carattere di stabilità, mentre i dissonanti, al contrario, sono fortemente instabili e si “risolvono” necessariamente sui primi. Si torni in proposito ad ascoltare l’inizio della 1a Sinfonia di Beethoven, costruito su accordi dissonanti alternati ai rispettivi consonanti, e si cerchi di percepire la tensione tra i primi e i secondi. 
Relativamente alle tre categorie che costituiscono la sostanza del terzo elemento, il Ritmo, e cioè velocità, misura e metro, cominciamo con l’identificare brani veloci e brani lenti. Esempio del primo caso l’Ouverture da Le Nozze di Figaro di Mozart, del secondo il celebre adagio dalla Sonata Al chiaro di luna di Beethoven. Quanto alla misura, rileviamo quella in 3, tipica del waltzer, e quella in 4, la piú frequente, presente per esempio nella maggior parte delle canzoni e nel nostro inno nazionale. Infine, soffermandoci sul metro, evidenziamo la differenza tra i ritmi normali e quelli sincopati, cosí caratteristici della musica americana del ’900: valga per tutti il Concerto in Fa di Gershwin. 
Dobbiamo ora chiederci perché il discorso musicale si articola proprio su questi tre elementi. Se esaminiamo il primo, la Melodia, ci accorgiamo che essa rappresenta il pensiero musicale, determinante la struttura del discorso. Anzi, riconosciamo che una melodia tanto piú è attraente quanto inconfondibile tra tante, come una irripetibile idea geniale: siamo dunque nella sfera del pensare. Relativamente all’Armonia, l’“atmosfera” che circonda la melodia, non è difficile riconoscere che la descritta alternanza delle due modalità polari, nonché la tensione esistente fra accordi consonanti e dissonanti, è molto affine al mondo dei sentimenti: ci troviamo nell’ambito del sentire. Quanto all’ultimo elemento, il Ritmo, proprio sperimentando la differenza di velocità, la particolare vitalità della misura in 3 e di quella in 4, il potente effetto di sospensione dei brani sincopati, ci accorgiamo che i fenomeni coinvolti sono molto affini alla varietà delle modalità d’esecuzione delle nostre motivazioni. Siamo qui nell’area del volere.
Se ora ricolleghiamo quanto precede con il riconoscimento convinto, nonché scientificamente accertato, che l’attività interiore dell’uomo si articola ed esaurisce in pensare, sentire e volere, appare evidente che anche sotto questo profilo d’indagine la Musica manifesta la sua natura antropomorfica ( larchetipo.com ) 

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