Alla nascita siamo tutti Tanghisti latenti.
L'intuito e l'esperienze maturate, già di per se, sono sufficienti a ballare il Tango Argentino.
Resta inteso che vi sia un' innata predisposizione alla musica e poi al ballo, essendo le due cose strettamente correlate.
Il Tango è un ballo raffinato ed elegante che necessita di un ambiente adeguato, dedicato e delicato .
Invece si è testimoni frequentando le Milonghe di ambienti surreali, con persone che sembrano attori di un film comico dove i Maestri sono i registi e coreografi.
Vi pongo un quesito :
In un negozio ci sono tre persone che stanno facendo acquisti, mentre in sottofondo viene trasmesso un brano musicale ed osserviamo che la prima è concentrata a fare acquisti ; la seconda canticchia il brano e la terza lo canticchia e si muove a tempo. Chi delle tre potrà diventare un Tanghista ?
Ci immaginiamo quindi che chi frequenta la Milonga abbia la caratteristica della terza persona dell'esempio, ma in realtà la maggior parte dei frequentatori non si muove e non segue la musica , ma si aggrappano l'uno a l'altro in attesa di non si sà che cosa, come naufraghi in mare .
Dopo anni e ripeto anni di studi Tangueri avviene finalmente che in modo totalmente naturale la gamba flette, il piede si appoggia a terra ed il passo si estende in maniera corretta. ( come avessimo fatto un corso di riabilitazione motoria ).
Se pensiamo al nostro percorso di crescita, alle nostre capacità di muoverci e camminare in modo istintivo, resta semplice comprendere che la vera focalizzazione degli " studi " da aspiranti Tanghisti in realtà è quello d'imparare a camminare abbracciati, ascoltando noi stessi, l'altro/a e la musica. (GPV)